Mario Salis poète & compositeur

Mario è un grande musicista che riesce a creare, attraverso rotture di ritmi e anafore, una magia compositiva che affascina gli ascoltatori, con la vasta gamma delle aperture armoniche ,delle dissonanze, dei ritmi quasi ossessivi., che si esprimono anche nelle ruvidezze di voce . I ritmi che si rompono diventano melodiosi improvvisamente, aprendo spazi di sogno, nella dura realtà e nell’enfasi polemica che Mario riversa contro la politica della truffa e della sopraffazione. Tutto avviene in una giostra di immagini, in brani da funambolo, che sembrano solo apparentemente nascere di colpo, ma in realtà poggiano sulla sua solida base di formazione e memoria di tutte le sperimentazioni e curiosità culturali che lo animano. Non è mai citazione colta, ma lo spunto di un verso, che parte da un ricordo, da una sollecitazione immediata, per intessere la sua improvvisazione di parole antiche e nuove e di suoni che si prolungano nell’infinito spazio-temporale. A poco a poco prende forma una vocalità bassa, una risonanza profonda, roca; una voce graffiante che userà poi sempre. Quasi tutte le sue canzoni sono segnate da una presenza armonica, con mille invenzioni sparse qua e là, che arricchiscono ogni giorno la sua espressione, fatta di assonanze poetiche, dissonanze e incroci verbali. Il prima e dopo, in questa produzione, sono tenuti armoniosamente insieme da un filo conduttore organico e unitario, da un intimo valore di continuità, che è dato dalla sua Weltanschaung legata a un pensiero libero, anarchico, di nomadismo culturale, intessuto di letture solide, di competenze musicali, di conoscenze multiformi di vita ,di popoli. Ma al di là di questo, il suo dichiararsi contadino del cielo, ci avverte di una sua semplicità di fondo, come conquista di chi sa che tutto è lavoro, ma anche di chi ha attraversato un rischio nell’ancoraggio alla vita. In tutte le sue manifestazioni è sempre uno straordinario operatore culturale” metamorfosico, che spazia in varie strutture pubbliche, con varie esperienze musicali, sia a Metz che nella sua terra d’origine,l’ Italia, capace di effettuare variazioni improvvise, cambiamenti di impostazioni, virate immediate- In realtà si definisce un contadino del cielo, per il suo infaticabile lavoro di musica e parole, per il suo perenne viaggiare nel profondo sé, ma anche per un profondo interesse al sentire degli altri: ‘Attimo dopo attimo l'ascoltatore scoprirà i miei pensieri le mie convinzioni e potrà allora farsi un'idea ben precisa del mio " dire " del mio " essere". In fondo mi considero un contadino del cielo. Ho seminato nei campi della poesia, mi sono lasciato trasportare dalle farfalle e seguire il vento ti porta ad andare aldilà della collina dell'inconscio e forse è proprio un viaggio interiore che ho sviluppato”. Questa testimonianza del suo vissuto fin qui, oggi, può dare un filo alla vastità dei suoi temi, alla profondità del suo animo,perché ha attraversato il buio, le lunghe e vaste solitudini le latitudini, menestrello di strada, di viaggio, nomade, coi segni della musica e dell'arte nel sangue, che intuisce e legge nel profondo della sua umanità e di quella altrui. Difficile da definire, da nominare, come ogni creatività assoluta ,che nasce dall'io, dalla memoria, dalle ferite del vissuto, ci donerà molto altro di sé, perché il suo immaginario scorre come vastità d'acque per donarsi agli altri. E si può concedere anche l’ampiezza di una risata, di un distacco, di un sense of humour,che solo chi ha attraversato le tenebre sa fare conservando tutto il suo pathos.